Stanze in condivisione sono al centro dell’attenzione: in questi anni il mercato degli affitti ha subito un incremento straordinario, con un aumento medio intorno al 25-30% a livello nazionale e picchi fino al 75% nelle zone universitarie. Il fenomeno, spinto da una rapida ripresa post-Covid e da fattori strutturali come la scarsità di offerta e l’inflazione, ha trasformato il panorama degli affitti residenziali. Milano si conferma la città più esigente, con canoni che ora superano i 700 euro mensili per una stanza singola, mentre altre metropoli italiane come Roma, Bologna, Firenze e Torino registrano incrementi significativi. Il rincaro, accostato al contesto di una crescente domanda da parte di studenti fuori sede, giovani lavoratori e digital nomad, evidenzia come l’equilibrio tra domanda e offerta sia ormai irrimediabilmente scombussolato. Inoltre, la pressione sui costi di gestione dei servizi condominiali e la limitata capacità di generare nuove abitazioni contribuiscono a rendere questo segmento merceologico un asset attraente per investitori e operatori immobiliari. Milano, in particolare, rappresenta un modello di riferimento per il resto del Paese, simboleggiando la spinta in avanti dei canoni di locazione.

Nel contesto italiano, il trend degli affitti in condivisione mostra numeri importanti e ben documentati: negli ultimi quattro anni il canone medio di una stanza è passato da circa 350-360 euro a livelli che oscillano tra i 450 e i 470 euro, con incrementi molto più accentuati nelle città universitarie. Per esempio, quartieri come il Policlinico a Roma o Lambrate a Milano hanno visto aumentare i prezzi fino al 60-75%, rendendo queste zone tra le più costose del mercato immobiliare nazionale. Secondo le analisi di portali specializzati, la domanda rimane alta, con un tasso di occupancy superiore al 95% nelle principali aree, segno di una continua pressione di fattori economici e sociali. Gli investitori si stanno quindi orientando su questo segmento per la sua redditività lorda, che può superare il 6% annuo, rendendo il mercato delle stanze particolarmente interessante. Tale dinamica, pur offrendo opportunità redditizie, comporta seri rischi di esclusione per chi cerca soluzioni abitative a canone calmierato.

Milano emerge nettamente nel confronto con altre città universitarie. I dati mostrano che il canone medio per una stanza singola nella metropoli lombarda è salito da 420-440 euro nel 2019 a valori che oggi si attestano tra 680 e 720 euro, mentre in quartieri come Navigli e Porta Romana i picchi possono perfino raggiungere il 75% di aumento. Parimenti, zone tradizionali come Lambrate – Città Studi hanno registrato incrementi tali da passare da 430 a 740 euro. Al contempo, città quali Roma, Bologna, Firenze e Torino non restano indifferenti, sebbene i loro incrementi non raggiungano la stessa intensità di Milano, dove il divario rispetto a realtà come Torino si aggira intorno ai 200 euro per una singola stanza. Questi numeri, analizzati da esperti e operatori del mercato, suggeriscono che la carenza dell’offerta e la forte presenza di studenti fuori sede e giovani professionisti stiano contribuendo a un fenomeno di “sovra-locazione”. In questo scenario, principi come costi di locazione e inflazione immobiliare rivestono un ruolo chiave nel tracciare il futuro del settore.

Guardando avanti, si prospettano ulteriori sfide e opportunità. Le previsioni indicano che, senza un intervento regolatorio e un’espansione dell’offerta abitativa, i prezzi potrebbero subire ulteriori aumenti tra il 5% e il 10% nei prossimi due anni soprattutto nelle principali aree metropolitane. Diverse Regioni stanno infatti valutando bandi per promuovere politiche di cohousing giovanile e introducendo misure di rent-cap, mentre il settore privato esplora soluzioni innovative come i residence modulari e le locazioni “all-inclusive” con servizi integrati. Questi interventi potrebbero aiutare a bilanciare il divario tra segmenti di mercato, favorendo classifiche più sostenibili per gli under 35. Il dibattito resta aperto e richiede un approccio multidimensionale che integri l’analisi socio-economica con la pianificazione urbanistica. L’attenzione sia sulle affitto innovative che sull’equilibrio del mercato evidenzia come la trasformazione in atto sia una chiamata all’azione per istituzioni e operatori del settore, in un percorso che mira a garantire maggiore accessibilità e sostenibilità per il futuro del comparto immobiliare.


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